Scopri le tendenze nel settore video social marketing
I social network si evolvono seguendo le novità, oppure lanciando nuove mode. Se l’usabilità è alta, questi cambiamenti fanno breccia nel cuore degli user. Infatti così è stato per le ultime novità in campo video, un utile mezzo per far breccia nel cuore dei clienti. Dovete saperlo, perché cavalcando queste tendenze, il vostro video sarà certamente interessante e accattivante. Volete conoscere queste novità? Eccole!
Video Verticale
Abbiamo sempre il cellulare alla mano. Secondo una recente indagine nel 2019 oltre il 75% dei contenuti video è stato visualizzato su uno smartphone. Per comodità e per il fatto che generalmente non vengono montati prima di essere condivisi, la maggior parte dei video da smartphone verso social network sono girati verticalmente. Dunque, anche chi produce contenuti per i clienti che vogliono interagire con gli utenti finali, in un modo (apparentemente) senza filtri, ha iniziato a girarli direttamente in verticale.
I marchi usano stories e video verticali da diffondere su Facebook, Instagram, Snapchat. IGTV di Instagram è dedicata ai video verticali di lunga durata.
I video in formato 9:16 sono concentrati in un piccolo spazio e non lasciano fuggire l’attenzione. Seppur con minor “panoramica” si adattano bene ad un messaggio promozionale diretto e immediato.
Largo alle proposte, quindi, siamo tutti orecchi!
Video live
Pandemia, simultaneità, assenza di barriere e limitazione degli intervalli spazio-temporali. Per forza o per amore lo abbiamo sperimentato tutti, da marzo 2020, cioè dallo scoppio della pandemia di covid-19 in Italia che ha portato a lock-down totali o parziali. Con un cambiamento – che non sembra temporaneo – delle nostre abitudini, negli spostamenti, nel lavoro, nella compagnia.
I video live sono stati un mezzo per essere sempre presenti nei social degli utenti. Usati da formatori, giornalisti, blogger, marchi, intellettuali, aziende. Sempre di più, in tutte le piattaforme.
Se ne parlava da tempo, della sostituzione delle news 24 e delle tv da parte dei social networks, ma il covid-19 lo ha reso realtà in poco tempo. Inoltre gli algoritmi dei social media danno la priorità agli eventi in tempo reale, quindi quella del live può essere la scelta vincente.
Maggiori interazioni, possibilità di commentare da parte degli user, maggiore visibilità, possibilità di registrare il video e lasciarlo online come archivio. Questi solo alcuni dei lati che piacciono al pubblico.
Video silenziosi
Come spiegavo in un altro articolo (leggilo qui), il buon video deve essere comprensibile anche senza audio. Questo perché in primis Facebook, e poi Youtube, hanno lanciato la riproduzione automatica o l’anteprima silenziosa. Secondo Verizon Media il 92% delle persone guarda video con l’audio disattivato negli smartphone. Immaginiamo, poiché lo fa generalmente mentre fa qualcos’altro o è in compagnia.
Privacy e simultaneità, entrambi argomenti caldi al giorno d’oggi.
Video lunghi
Contro ogni previsione si stanno facendo largo i video lunghi. In internet questo termine si adatta ai video che durano dai 10 ai 30 minuti al massimo. Contando che generalmente un contenuto di video-marketing era lungo un minuto, è davvero una novità che ci lascia spiazzati.
Questo, io lo interpreto come una prova che internet e i social stanno sostituendo completamente altri media tradizionali di approfondimento, come tv e giornali. Naturalmente per la facoltà di utilizzo e la possibilità di personalizzazione di tempi e modi dell’utenza.
E, contro ogni previsione, la dimostrazione che vi si possano diffondere contenuti approfonditi, garantiti e vagliati da giornalisti e professionisti della comunicazione. Magari informativi, educativi, sociali.
Realtà virtuale
VR o Virtual Reality. Le applicazioni di VR si moltiplicano nel gioco e nell’apprendimento, ma anche in alcuni settori come l’ingegneria, la museologia o la chirurgia. L’educazione scolastica la prende sempre più in considerazione, anche e soprattutto di questi tempi di pandemia e didattica a distanza.
Non è detto che farà sempre più parte della nostra vita e che il video non possa integrarla in vari modi e per varie finalità. Anche pubblicitarie.
Cinemagraph
Una vera novità sono queste fotografie in cui una parte si muove percettibilmente, attraverso una porzione di video montata sulla foto o gift. Il tutto ad alta risoluzione. L’effetto è davvero straniante, come una animazione all’interno di una foto o un’illusione ottica. Il movimento è dato da un loop che lascia interdetti e rapiti.
Fate una ricerca online se non ci credete!
Infatti alcuni marchi d’avanguardia come Netflix hanno usato i Cinemagraphs come contenuti visivi in grado di coinvolgere più di qualsiasi annuncio pubblicitario.
Avete apprezzato i nostri consigli? fatecelo sapere con un like e una condivisione.
Iscrivetevi alle nostre pagine su Facebook e Youtube per restare aggiornati sui nostri video.
Perché il branded content renderà il vostro marchio indimenticabile
Branded content: cos’è?
E’ un’informazione pubblicitaria di nuova generazione, in poche parole un contenuto sponsorizzato “che non si vede” e incuriosisce, E’ un messaggio che intrattiene e piace. E’ il braccio destro dello storytelling (di cui abbiamo già detto qui) e vi spieghiamo perché.
Nasce dalla necessità di avvicinare il marchio al pubblico, attraverso una comunicazione nuova dei valori e uno storytelling, al limite tra l’intrattenimento e l’informazione.
Il contenuto di brand è poco legato al fattore continuità. In un certo senso si distingue dal content marketing che è una vera e propria strategia che l’azienda può mettere in campo a lungo termine.
Ecco perché, questi contenuti sponsorizzati, ma finemente inclusi nella storia, possono comparire a puntate, all’interno di uno specifico lancio o iniziativa di brand. Ecco perché a volte fanno parte di campagne sociali o particolari call temporanee, ma dalla grande risonanza.
Il fattore continuità pesa invece in alcuni elementi che devono essere costanti, come la brand awareness, cioè la capacità del cliente di immedesimarsi e la riconoscibilità del marchio, con tutta la sua portata valoriale, da non contraddire mai (leggi anche qui) .
Un esempio italiano
Un esempio recente è nel programma “Linea Verde Radici” condotto dall’autore e presentatore Federico Quaranta. L’inserimento del motivo del postino che esplora i piccoli borghi è nato dalla collaborazione tra il settore Pubblicità Gruppo Poste Italiane e Rai Pubblicità.
La campagna fatta da Rai è stata valutata con un sondaggio. “Il 94% degli intervistati ha dichiarato di aver gradito la collaborazione tra programma e brand, l’86% che ha fatto conoscere meglio il brand, il 78% che ha reso il brand più familiare e il 55% ha migliorato l’opinione personale legata al brand, per il 79% è al passo con i tempi.”
Risultati valutati
Quali sono i risultati? Secondo una recente indagine i contenuti brandizzati sono ritenuti meno invasivi della classica pubblicità, e pur se riconoscibili, si apprezzano come entertainment.
La cosa è ancor più lampante nel web, dove da tempo è il calo il classico “display ADV“, sostituito invece da branded content brevi e memorizzabili. L’efficacia è stata misurata anche con un visibile aumento del tempo di scrolling e di lettura dei contenuti online.
Come produrli?
In classici spot, articoli, video, guest post nei blog. Per chi vuole investire di più, in trasmissioni televisive, eventi live, video di infotainment e brand journalism, un tipo di giornalismo aziendale fatto secondo tutti i crismi ma con il punto di vista e i valori del brand. Assoluta professionalità per il messaggio più consono al marchio. Perché non intevestire nel Branded Content allora? Guardate nel nostro Portfolio i nostri servizi.
Avete trovato interessante l’articolo? Fatecelo sapere con un commento.
Seguiteci nei canali social di @DOLOMITICLIP su facebook, vimeo e youtube.
Alla prossima storia!
La poesia dello Storytelling
Raccontare l’emozione.
L’esperienza.
La personalità.
Non solo di un interprete, ma di un marchio, un luogo, un prodotto.
Si tratta di pubblicità e influenza sociale, ma più che altro della creazione di un immaginario. Veritiero, che piaccia, che comunichi. Che non dia l’impressione di falsità, ma di autenticità.
Lo storytelling è l’arte del raccontare storie impiegata come strategia di comunicazione persuasiva, specie in ambito politico, economico ed aziendale.
Ecco alcuni punti per uno storytelling infallibile
Narrazione
La sequenzialità narrativa, la riconoscibilità in un genere, l’emozionalità, la verosimiglianza sono caratteristiche da sempre proprie della scrittura creativa. Raccontare storie è uno dei bisogni primari dell’uomo, che svolte le attività della nutrizione e della procreazione, non a caso iniziò a dipingere scene di vita sulle pareti delle caverne!
Tutti condividiamo storie, le comprendiamo, attraverso parole e immagini.
Portano con sé morali, insegnamenti, messaggi, esempi umani.
La sorpresa, l’antagonista, il lieto fine… tutti elementi tipici della fiaba (cf.r Propp) ci terranno in sospeso.
La sequenzialità logica, variata in più modi attraverso il montaggio, ci farà ricordare la storia e i suoi personaggi.
Emotività
Le prime pubblicità di fine ‘800 toccavano la razionalità, spiegando bene tutte le caratteristiche di un prodotto: “la brillantina Tal-dei-tali nutre il capello grazie ai suoi componenti, va usata così e così…”
A un certo punto un personaggio famoso per la sua calvizie cominciò a dire “Non ho mai usato la brillantina Ninetti”.
Cominciarono a comparire personaggi che vivevano grandi avventure: la Maria Rosa, La Carmencita, L’uomo in ammollo, Calimero… E questi erano i primi protagonisti dello storytelling pubblicitario.
Più recentemente ci si è spostati verso i valori percepiti e in tempi più recenti verso la riconoscibilità unica del marchio. Oggi l’emozione è la principale leva che si usa per comunicare marchi e personalità, immediata e immediatamente condivisibile grazie ai social networks.
Persuasione
Riconoscere il giusto target per persuaderlo, usare la fascinazione, l’immaginario condiviso dal pubblico, sedurlo. Il messaggio deve anche portare a una “call to action”, deve cioè deve far cambiare opinione, portare all’acquisto, commuovere, insomma farlo agire. Per questo obiettivo, la ricerca di contenuti empatici è molto importante.
Relazione
Lo storytelling si prefigge di costruire una vera e propria “relazione d’amore” tra l’autore e il fruitore: se si racconta bene, emotivamente, creativamente, in modo calzante, il pubblico resterà affascinato e fidelizzato. La brand identity deve essere costante, c’è una personalità ben definita dietro al messaggio che i lettori o gli spettatori riconosceranno.
Memorabilità
Cosa serve per restare impressi nella memoria? Ma certo! L’idea!
L’idea geniale o comunque originale è roba da creativi. Maggior cultura, relazioni, influenze, spunti si hanno, miglior idee verranno in mente. Ma a volte la semplice autenticità paga molto di più di tanti garbugli.
Il collegamento inaspettato, il nonsense, la figura retorica originale saranno certo in grado di stupire. Lo scioglimento finale della trama farà il resto. Il messaggio sarà memorizzato e vi farà ricordare.
Focus: lo storytelling digitale
L’imprenditore digitale Joe Lambert individua alcune caratteristiche del digital storytelling:
- Punto di vista personale, spec. l’uso della prima persona
- L’inserimento di contenuti coinvolgenti e mai banali
- Emozioni per esprimere il messaggio
- Economia della narrazione
- Ritmo adeguato alle modalità narrative
- Timbro, tono, inflessione gisti della voce narrante
- Colonna sonora adeguata
Questi sono i punti per una narrazione che si serva dell’audio e del video in ambiente digitale: la velocità della fruizione del mezzo richiede un messaggio chiaro e memorabile in poco tempo, con un linguaggio chiaro e conciso, con suoni che risveglino l’emotività.
Cosa ne pensate dei nostri consigli? Siete d’accordo? Fatecelo sapere nei commenti!
Alla prossima storia!